La Città

Acquaviva delle Fonti

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NR ABITANTI E COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

ABITANTI: 21.000 | A 23,4 km a sud-est di Bari, tra il capoluogo e le prime colline della Murgia.

BREVE INTRODUZIONE/CENNI STORICI

Sorta nell’Alto Medioevo sui resti di un villaggio peuceta di età preromana, Acquaviva deve il nome alla vasta falda acquifera che per secoli ha attirato le genti della “Siticulosa Apulia” di Orazio. L’acqua sotterranea, che ancor oggi si può “spiare” dai pozzi del Centro Antico, ha reso fertili i terreni e conferisce oggi la tipica, dolce freschezza alla rinomata Cipolla Rossa. L’importante tradizione religiosa è testimoniata dalle suggestive chiesette dei vicoli, dalla Festa della Madonna con il rito del “lancio del Pallone” e dalla Cattedrale che, con il suo bel rosone e la preziosa cripta dai sontuosi altari argentei, sfida da piazza dei Martiri l’elegante Palazzo De Mari, antico castello Normanno poi residenza principesca dei banchieri genovesi De Mari e oggi Municipio. Piazza Vittorio Emanuele mostra l’unica Cassarmonica in muratura dell’Italia centromeridionale, monumento alla Banda Musicale, fondata nel 1797, che nel suo curriculum vanta premi a Istanbul e Stoccolma. La città ospita anche il più grande Osservatorio Astronomico pugliese.

LE ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE:

  • LA CIPOLLA ROSSA
  • IL CECE NERO
  • IL VINO PRIMITIVO

Ad Acquaviva esiste la più ampia popolazione di alberelli di Primitivo Gioia del Colle di tutta l’area interessata dalla Doc. La produzione di questo tipo di vino arriva ad Acquaviva intorno al 1820 e trova condizioni pedoclimatiche ideali – anche a causa della presenza di acqua nel sottosuolo – che ne consentono una notevole diffusione. Il rilancio delle produzioni, che erano state in parte abbandonate, avviene nei primi anni Duemila grazie alle cantine Chiaromonte e Polvanera, quest’ultima sul territorio di Gioia del Colle. Oggi il Primitivo di Acquaviva è ritenuto di particolare eleganza e longevità ed è di grande interesse sul piano enologico. Grazie al contenuto di polifenoli, a dosi moderate può avere effetti positivi sul sistema cardiovascolare. Di recente si sta promuovendo un censimento degli alberelli, per la creazione di un parco che ne garantisca la valorizzazione e la tutela.

LE BUONE PRASSI

Il Comune sta realizzando un impianto di Riuso delle Acque Reflue, dal valore di 3,6 milioni di euro, che sarà gestito dalla cooperativa di agricoltori “La Molignana”, e un ecomuseo, “Luoghi dell’Acqua e della Terra”, dedicato alla memoria storica dell’uso alimentare e agricolo dell’acqua. L’amministrazione ha anche istituito la commissione per la De.Co., la denominazione comunale dei prodotti, e sta avviando progetti per l’assegnazione a disoccupati dei terreni incolti. Particolarmente attiva nella promozione del territorio è la Pro Loco “Curtomartino”, mentre il Centro sociale per gli Anziani organizza spesso balli tradizionali e laboratori di cucina con i piatti poveri della cultura contadina. Recentemente, si è costituito anche un consorzio di produttori, “Qualità Tipica Puglia”, che ha stretto un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari per sviluppare nuovi metodi di analisi per la tutela e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici. Acquaviva è Presidio Slow Food (per la Cipolla Rossa, il Cece Nero e lo Sponzale) grazie all’Associazione “La Vera Cipolla Rossa di Acquaviva”, coinvolta anche in un progetto di ricerca con BioDiverso. Da segnalare, inoltre, le iniziative di trasformazione della cipolla (confetture, in agrodolce, eccetera) avviate dalla Dolceria Sapone. I produttori, inoltre, stanno recuperando un’antica varietà di ciliegia, la “Colafemmina”, tipica del territorio acquavivese. E’ stata anche avviata, a cura dell’azienda la Pecheronza, la produzione di miele biologico, mentre le cantine Chiaromonte e Polvanera hanno dedicato linee di produzione biologica di Vino Primitivo. Inoltre, è stata ripresa un’antica ricetta contadina, il “Nettare di Vino”, un vino liquoroso a base di Primitivo di Acquaviva, amarene e mandorle. Il rilancio dell’attività agricola ha permesso anche l’attivazione di un indirizzo Tecnico Agrario da parte dell’Istituto Rosa Luxemburg. Gli studenti potranno esercitarsi sui terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata messi a disposizione dal Comune.

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